La fabbrica di laterizi fu costruita nel 1909 dal Cav. Uff. Felice Maxia nella periferia di Quartu su un terreno di forma quadrangolare di circa 10.000 mq. Il progetto architettonico ed industriale venne affidato ad una ditta Lombarda che seguì anche i lavori, realizzati da maestranze quartesi con materiale del luogo: mattoni in fango (ladiri) e mattoni cotti. I due grandi capannoni industriali, la sala macchina e il forno con annessa ciminiera, presentano archi e pilastri con mattoni a vista ed un particolare disegno a “scacchiera” nell’ordine superiore dovuto alle esigenze di areazione degli ambienti lavorativi. L’argilla proveniva dalle cave di Pitz’e Serra. Della fabbrica fa parte anche un forno della calce, anch’esso costruito con mattoni a vista. Nell’arco di circa 70 anni di attività le fornaci passarono dal forno Lanuzzi al forno Hoffmann, dall’alimentazione a carbone, a quella a nafta ed elettricità, dal trasporto dell’argilla con carri trainati da cavalli ai camion, dalla fattura a mano del laterizio all’impianto delle filiere, dall’essiccazione naturale a quello in capannoni essiccatoi. I mattoni quartesi contribuirono alla trasformazione architettonica di Quartu, Cagliari e hinterland nei primi decenni del Novecento e alla ricostruzione del capoluogo nel dopoguerra. Dal 1958 al 1977 la fabbrica fu gestita da Mariuccina Maxia, prima donna imprenditrice della Sardegna; in quest’anno cessò la sua attività e poco dopo le strutture industriali del forno Hoffmann e della sala macchina furono abbattuti perché pericolanti ma si conservarono intatti i due grandi capannoni che li ospitavano. Attualmente in questi si svolgono attività culturali, ricreative e di servizi.