Con il termine “caposaldo” si individua un sistema difensivo organizzato per resistere a oltranza, anche se circondato o superato dal nemico.
I capisaldi nel Parco Molentargius Saline sfruttavano gli ostacoli presenti (saline, canali) ed erano parte del “Fronte a Terra” di Cagliari, linea difensiva voluta dal Regio Esercito e costituita da almeno 85 postazioni in calcestruzzo, realizzate perlopiù nel 1943 con tipologie standardizzate: postazione in casamatta o in barbetta per armi automatiche e postazione in barbetta per cannone, con ricoveri.
L’andamento delle difese era: foce del Rio Fangario, Viale Elmas, cava Capitzudu, “Carlo Felice”, Casa Pernis, colle S. Michele, Pirri, Via Archimede, passaggio a livello Viale Marconi, Molentargius, Monte Sant’Elia. Furono previsti 20 capisaldi, non tutti completati. Nell’estate 1943 vi si trovavano schierate due Compagnie Mitraglieri rinforzate e 12 cannoni da 100 mm, con compito controcarro. Era previsto il supporto delle altre unità presenti in Cagliari (una Compagnia Presidiaria, una Compagnia Mortai, batterie di artiglieria, ecc.). Nel luglio 1943 il “Settore Militare Marittimo” fu sciolto e subentrò il “Comando Difesa Porto Cagliari”, dipendente dal Comando 203° Divisione Costiera. Tra le postazioni del Molentargius, il Caposaldo “Augusta” (nome in codice, presente in una carta d’epoca) sorveglia l’intersezione tra Canale Mortu, Canale Palma e Canale vecchio di Pala Montis. Conserva le sue tre postazioni “monoarma”, per mitragliatrice o fucile mitragliatore. Rispetto agli standard dell’Ispettorato Arma Genio, due manufatti presentano impianti leggermente diversificati, come un interessante ingresso a pozzo e camminamento coperto sino al ricovero, o un pregevole mascheramento da caseggiato, con serbatoio e fontanella, oggi rovinata. La postazione rimanente, di tipo standard, è sul fianco della strada e non visitabile.