Nel 1956 gli sterri per la costruzione di un nuovo corpo di fabbrica dell’I.N.P.S., nell’area tra la via XX Settembre ed il Viale Regina Margherita, evidenziarono antiche strutture murarie. Gli scavi riportarono alla luce i resti di un ambiente con un pozzo ed alcune vasche pertinenti ad una fullonica, cioè un laboratorio adibito al lavaggio ed alla tintura delle stoffe, in cui il ciclo di lavorazione prevedeva l’immersione dei tessuti in vasche contenenti miscele sbiancanti o coloranti.
Ai piedi di un bancale in muratura, un altro tratto di mosaico recava l’iscrizione “M. Ploti Silisonis F. Rufus”, forse un’insegna indicante il nome ed il patronimico del proprietario dello stabilimento. Sui ruderi del complesso, datato alla fine del I sec. a.C., fu costruita, in epoca tardo romana, una struttura quadrangolare in blocchi di riutilizzo, inserita in un sistema murario da interpretare, forse, come una tarda opera difensiva. Al di sotto del palazzo dell’I.N.P.S. un angusto locale comprende una parte dell’ambiente pavimentato in cocciopesto e mosaico con il pozzo, un bancale e due vasche.
Della struttura quadrangolare, quasi completamente distrutta, restano alcuni filari di blocchi, alcuni dei quali bugnati, e due conci calcarei isolati dei quali l’uno con iscrizione funeraria e l’altro con un fregio dorico.