Grotta San Michele e Grotta Mara

La Grotta di San Michele rappresenta un sito molto importante per l’archeologia della Sardegna.
Formatasi per l’azione costante dell’acqua, che nei secoli ha scavato la roccia calcarea, la grotta di San Michele ha restituito importanti testimonianze archeologiche che documentano l’utilizzo del sito come luogo di sepoltura e di culto durante il Neolitico.
La grotta ha un ramo principale e una serie di gallerie e altri piccoli ambienti. Lo sviluppo totale è di oltre 200 metri. La parte visitabile si riduce a circa 60 metri.
Fin dalla sua scoperta, nel 1914, nel sito sono state riportate alla luce testimonianze ceramiche risalenti al Neolitico recente, che hanno dato il nome alla Cultura di Ozieri (4100-3500 a.C.), diffusa uniformemente in tutta l’Isola.
Il reperto, ritrovato all’interno della grotta divenuto il simbolo della Cultura di Ozieri, è la pisside, un bellissimo vaso con pareti decorate con corna di toro e ariete e una stella a sei punte nella base. Un altro reperto di notevole importanza è un idoletto femminile mutilo della testa.
Oltre ai materiali ceramici (vasi, piatti, tripodi, ciotole) sono stati ritrovati resti ossei (questo fa supporre l’uso della grotta come luogo di sepoltura), frammenti di selce e di ossidiana.
I reperti sono conservati presso i musei archeologici di Ozieri, Sassari e Cagliari.
Situata presso la grotta San Michele, la grotta Mara è lunga 28 metri e ha uno sviluppo totale di 45 metri. È formata da un ramo principale nel quale convergono tre ambienti caratterizzati da piccoli e bassi cunicoli, alcuni dei quali presentano qualche concrezione stalagmitica e delle colonnine.
Dal ramo secondario si dipartono altri brevi cunicoli impraticabili, con alcune formazioni cristalline.
La grotta è idrologicamente fossile. Al suo interno sono stati ritrovati resti archeologici risalenti al Neolitico Recente.