Il Castello – La Via Coperta e La Torre dei Leoni

Nel 1385, a Ferrara vi fu una vera rivolta della popolazione contro gli allora Marchesi Estensi causata dall’ennesimo aumento delle tasse. Il Giudice dei Savi responsabile delle imposte venne ucciso dalla folla, il suo cadavere straziato. In seguito, il marchese Niccolò II fece impiccare i ribelli e diede inizio alla costruzione di una fortezza attorno al perimetro della già esistente Torre dei Leoni: non quindi per difendersi dagli attacchi nemici, ma dalla propria stessa popolazione, vessata e ridotta in povertà. Non era raro che nelle signorie medievali gli abitanti delle città si ribellassero ai loro governanti, spesso tirannici e crudeli. Costruito accanto al Palazzo Ducale e a esso collegato con passerelle sopraelevate, il fortilizio aveva delle bombarde rivolte contro la città. Tuttavia, forse per calmare il clima dopo la rivolta o per una politica più organica già pensata da Niccolò, negli anni successivi vennero risanate strade, iniziata la facciata del Duomo, bonificati terreni a ridosso della città: in definitiva un buon governo, in cui il Castello mano a mano cresceva in dimensione e importanza. In seguito a un’altra rivolta avvenuta nel 1476, stavolta di uno dei nipoti dell’allora Duca Ercole I deciso a usurpargli il potere, la duchessa Eleonora d’Aragona – moglie di Ercole – decise di trasferirsi con la corte dal Palazzo Ducale al castello, trasformando quella che era una struttura militare in una residenza di piazza. Il Castello cambiò, perdendo i connotati bellicosi e assumendo quelli ben più eleganti di una reggia: il collegamento in passerelle di legno con il palazzo ducale venne realizzato in muratura per ospitare lo studio del Duca, i merli delle torri vennero demoliti per essere sostituiti con lanterne e camminamenti, vennero costruiti il giardino e la loggia degli aranci per Eleonora e tutto il complesso venne arricchito con decorazioni e con la ricchissima quadreria estense. Nel 1598 si ebbe l’epilogo della presenza estense nel Castello, con la devoluzione della città allo Stato della Chiesa e la spoliazione dell’edificio da tutte le opere d’arte contenute: una collezione raffinatissima trasferita interamente a Modena assieme al Ducato. Architettonicamente, il Castello riesce a essere coerente nonostante sia stato costruito per fasi e sia passato dalla vocazione difensiva a quella residenziale: questo è dovuto al trattamento di tutte le murature esterne in mattoni faccia a vista, e alle parti plastiche decorative che sono in pietra d’Istria. Le quattro torri hanno stereometria differente (soprattutto la Torre dei Leoni che appunto è una fortificazione costruita attorno a un edificio preesistente), ma si armonizzano al contesto grazie alla presenza delle lanterne e ai camminamenti pensili con balaustre in pietra. Nonostante nasca come fortezza, quindi come una mole imponente, il Castello ha una sua grazia costruttiva e rappresenta quello che è il castello per eccellenza nell’immaginario che abbiamo in dall’infanzia: con le torri, i ponti levatoi, il fossato. Nei secoli successivi all’abbandono di Ferrara da parte degli Estensi, il Castello attraversò momenti bui, diventò la residenza temporanea di dignitari di passaggio e cadde in degrado e, finalmente, dopo l’Unità d’Italia, venne acquisito dallo Stato per farne la sede degli uffici periferici e della Prefettura, destinazione conservata fino al 2002. Alla fine degli anni ’90 del XX secolo, iniziò un percorso di musealizzazione completato con il progetto di Gae Aulenti inaugurato nel 2006. Nel 2012 il sisma colpì duramente l’edificio, facendo crollare la sommità della Torre dei Leoni. Pochi mesi dopo è stato iniziato il lavoro di recupero che prosegue ancora oggi. Il fabbricato è in piena utilizzazione come “museo di se stesso”, oltre ad ospitare una selezione delle opere delle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea, la cui sede è chiusa per restauri. La cosiddetta Via Coperta è il risultato di tre fasi architettoniche volute da Ercole I d’Este, sua moglie Eleonora d’Aragona e dal loro figlio Alfonso I d’Este, e succedutesi tra il 1470 e il 1520. Il fabbricato costituisce l’ala di collegamento tra il Castello Estense e il Palazzo Ducale, ossia tra quella che era diventata la residenza dei duchi al tempo di Ercole e il palazzo in cui si amministrava il potere. L’edicio si compone del corridoio di collegamento che dal primo piano del Palazzo Municipale arriva al cortile del Castello (fatto costruire da Ercole), dell’alto corpo di fabbrica costruito sul fossato e addossato alla Torre di San Michele (voluto da Eleonora come complemento ai suoi appartamenti) e dalla parte alta del “ponte” tra Piazza Savonarola e Piazza Castello, usato da Alfonso I come appartamento e studiolo ducale. Oggi, dopo anni in cui l’antico appartamento di Alfonso è stato adattato a residenza del Prefetto, la Via Coperta è stata integrata nel percorso museale ed è stata tentata una ricostruzione, o meglio una suggestione, di quella che era l’originaria vocazione di una parte della struttura, ossia i “camerini d’alabastro”. Come ognuno dei duchi precedenti, anche Alfonso si fece costruire il suo appartamento personale: i Camerini erano l’appartamento segreto, con accessi diicili e protetti, e un apparato decorativo che, prima dei restauri degli anni Duemila, era nascosto da superfetazioni e molto frammentato. I Camerini erano uno degli insiemi decorativi più completi e celebri del Rinascimento, alla stregua dello studiolo di Federico da Montefeltro a Urbino: nati per compiacere il gusto rainato del Duca – la corte estense non fu tra le più potenti ma di certo tra le più colte del Rinascimento italiano – erano costruiti e decorati con materiali preziosi e riccamente lavorati. Alle decorazioni pittoriche su tela lavorarono Tiziano, Dosso Dossi, il Gianbellino. Vi era poi il celebre Camerino dei marmi, per cui il Duca chiamò lo scultore Antonio Lombardo a realizzare dei bassorilievi in marmo bianco (oggi conservati al Museo dell’Ermitage a San Pietroburgo). La Torre dei Leoni è l’unico organismo strutturalmente indipendente del Castello, come si può vedere anche nella planimetria: nelle fondazioni e a livello del fossato non c’è nessun collegamento tra la torre e il resto del complesso e, prima della costruzione del basamento che parte dal fossato e si innalza per due livelli, non c’era continuità compositiva a nessun piano. La torre è preesistente anche al 1385, anno di inizio della costruzione della fortezza, anche se non si può collocare cronologicamente il suo primo impianto. Non si conosce nemmeno l’epoca esatta della costruzione della “camicia” muraria che circonda la parte basamentale, ma di certo la struttura ha moltissimi elementi interessanti dal punto di vista architettonico e decorativo. Anzitutto l’esterno: il bassorilievo che – appunto – raffigura i leoni che le danno il nome, i camminamenti a diverse quote, e in generale, le caratteristiche costruttive tipiche di un’architettura difensiva, poi ingentilite dalla trasformazione in residenza urbana dei Duchi. I camminamenti perimetrali sotto le lanterne permettono di godere di una vista panoramica della città, che spazia praticamente su tutti i fabbricati inclusi in Monumenti Aperti. L’interno conserva molti dettagli che confermano le trasformazioni avvenute nei secoli: sono presenti delle finiture pittoriche nelle murature che dimostrano come certe pareti, ora interne, fossero rivolte verso l’esterno. Allo stesso modo, è presente ora in un ambiente interno (la sala del Cordolo) il motivo a torciglione in pietra d’Istria che caratterizza tutto l’esterno dei basamenti, sia delle torri sia dei corpi di collegamento. Esistono anche dei documenti del 1575-76 che testimoniano imponenti lavori di modifica delle quattro torri (la realizzazione delle lanterne, l’arricchimento delle decorazioni e la dipintura di rosso, per uniformare i paramenti murari in cui risultavano molto visibili i lavori effettuati). La torre è quindi un elemento di interesse come corpo di fabbrica in sé, per il significato storico che ha in tutto il Castello e per la collocazione urbana.

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