La vecchia sede dell’istituto si trova nella stessa area in cui, in onore di San Lucifero, furono edificati un tempio ed un convento fin dal 1682, come conferma l’iscrizione situata sopra l’architrave della porta principale dell’attuale chiesa. La gestione degli edifici e degli orti circostanti fu affidata prima ai frati Domenicani, che vi impiantarono una scuola di Teologia, poi all’ordine dei Trinitari soppresso nel 1803, quando fu fondato l’Ospizio dei poveri di San Lucifero per volontà concorde del papa Pio VII e del re di Sardegna Vittorio Emanuele. Nel 1827 esso fu trasformato in Ospizio degli orfanelli Carlo Felice con lo scopo precipuo di istruire e formare ai diversi mestieri i giovani orfani e diseredati. Perciò fu dotato di moderni macchinari che consentivano la formazione di fabbri, falegnami, calzolai, sarti, operai tessili e poi tipografi e cordai con la produzione e la vendita dei loro manufatti. Nel 1884 fu istituita la Scuola di Arti e Mestieri, aperta a tutti i giovani, che diede origine nel 1907 alla Regia Scuola Industriale per le industrie meccaniche, elettrotecniche e decorative alle dipendenze del Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio e nel 1931 al Regio Istituto Industriale. Dal 1946 divenne sede dell’Istituto Tecnico Industriale, che nel 1964 fu intitolato a Dionigi Scano. Ai primi del ‘900, per ospitare le officine, era stato realizzato un ulteriore corpo di fabbrica, separato dall’edificio principale e disposto in corrispondenza dell’incrocio tra le vie S. Eusebio e S. Lucifero, che ha conservato fino ai giorni nostri la sua configurazione originaria. È formato da tre capannoni a pianta rettangolare affiancati, con coperture a due falde sorrette da capriate e orditura in legno di notevole fattura, resi comunicanti fra loro da un cortiletto interno dal quale si accede al piano seminterrato.