“Le Langhe non si perdono”, confida il cugino de I mari del sud salendo la collina di Moncucco, punto panoramico di Santo Stefano Belbo da cui si domina tutta la valle del Belbo. “Camminiamo una sera sul fianco di un colle, in silenzio. Nell’ombra del tardo crepuscolo mio cugino è un gigante vestito di bianco, che si muove pacato, abbronzato nel volto, taciturno. Tacere è la nostra virtù. Dalla vetta si scorge nelle notti serene il riflesso del faro lontano di Torino”.
Il faro che si scorge in lontananza è la Vittoria alata che regge un lume intermittente (alta 18 metri e mezzo) con epigrafe di Gabriele D’Annunzio, dono di Giovanni Agnelli nel 1928, poco prima della poesia che apre la raccolta di Lavorare stanca.
Da Moncucco la vista sul territorio è a 360 gradi e ancora più chiara e netta è la geografia di Santo Stefano Belbo, grosso paese di fondovalle, dove le estreme propaggini delle Langhe confinano con le prime colline del Monferrato.