Il deposito-laboratorio costituisce una componente essenziale del Nuovo Museo Archeologico, in quanto al suo interno si conservano i materiali recuperati nel corso delle indagini archeologiche effettuate sul territorio, prima del loro allestimento nelle sale del Museo, dove sono restituiti al contesto originario, così da diventare comprensibili. Le attività che si svolgono nel deposito a cura del personale della Soprintendenza ai Beni archeologici per le province di Cagliari e Oristano, riguardano il censimento del materiale, la compilazione delle schede inventariali e la loro informatizzazione, lavoro propedeutico alla creazione di un database più dettagliato curato dal Museo, che potrà consentire l’accesso all’intero patrimonio culturale del museo.
All’interno della struttura, è operativo un laboratorio di restauro e si predispone la documentazione fotografica e grafica dei reperti, quest’ultima a cura dell’ATI-IFRAS. Tutti i reperti contenuti nei locali sono sistemati secondo un progetto logistico che tiene conto degli scavi in corso e di quelli che si faranno in futuro nel territorio di Carbonia. Attualmente le unità operative della Soprintendenza, unitamente al personale dell’ATI-IFRAS, sono impegnate in ricerche archeologiche presso la villa romana nell’area P.I.P. e nella necropoli di Cannas di Sotto.
La visita al laboratorio svoltasi in occasione dell’edizione 2013 di Monumenti Aperti offrì un’interessante mostra dedicata ad una delle più importanti scoperte degli ultimi anni avvenuta al Nuraghe Sirai, e cioè il ritrovamento della più antica officina per la produzione del vetro dell’ambito archeologico della Sardegna e anche l’unica del periodo fenicio trovata in Occidente.