Nella seconda metà del 1800 la città di Sassari si presentava come una città in espansione demografica ma carente sotto l’aspetto idrico. Gli unici approvvigionamenti, infatti, provenivano dalle fontane di Rosello e delle Conce, con una distribuzione nella città mediante l’ausilio di asini. A causa di questa situazione insostenibile, dovuta a malattie legate alle scarse condizioni igieniche delle acque, l’Amministrazione Comunale decise di dotare Sassari di un grande acquedotto capace di sopperire alle esigenze di una città in continua espansione.
Fu così che il 5 agosto del 1880, dopo sei anni di progettazione e costruzione operata dalla ditta Fumagalli, venne inaugurato il Nuovo Acquedotto di Sassari. Purtroppo, da subito ci si accorse della scarsa salubrità delle acque che, dalle fonti e dal bacino del Bunnari, arrivavano alla città convogliate in un tunnel sotterraneo. I problemi legati alla potabilità delle acque si protrassero per oltre 20 anni.
L’Acquedotto di Sassari, dopo un breve periodo di utilizzo a scopo irriguo, venne completamente soppiantato dal nuovo impianto cittadino realizzato solo nel dopoguerra.