Palazzo Banco di Sardegna

Già nel 1911 la Cassa Provinciale di Credito Agrario di Sassari decise di accantonare una cifra annuale che permettesse l’edificazione di una sede importante. In seguito si associò all’iniziativa la Camera di Commercio di Sassari. Nel 1924 il Comune approvava il progetto, firmato dall’ingegner Bruno Capelli, autore, nella Sassari del dopoguerra, di opere importanti come il Palazzo delle Poste e il Politeama “Verdi ”, ricostruito dopo un terribile incendio. Nell’agosto dello stesso anno si pose mano ai lavori, affidati all’impresa del sassarese Gerolamo Piu. Alla costruzione dell’opera, terminata nel 1927, avevano contribuito circa venti imprese, quasi tutte sassaresi. L’area coperta era di 820 metri quadri.

Il Palazzo aveva cinque piani, di cui i due più bassi si affacciavano sul Fosso della Noce, mentre i tre superiori dominavano Viale Umberto I. Lo stile scelto dall’ingegner Cipelli, su un’impostazione di reminiscenze rinascimentali (il gioco dei tre corpi sporgenti, il bugnato in trachite al piano terra), conferisce al Palazzo la stessa aria autorevole che era stata data, quarant’anni prima, al vicino Palazzo della Provincia. Sino al 1980 il piano superiore fu occupato dalla Camera di Commercio; da quell’anno in poi il Palazzo divenne la sede del Banco di Sardegna. La Sala di rappresentanza del Palazzo ospitava lo sportello bancario del quale è stata mantenuta la grande cassaforte. Oggi la sala, restaurata e intitolata all’economista sassarese Stefano Siglienti, ospita riunioni, convegni, mostre e concerti.

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