Durante il XIII sec. anche il Castello, come il resto delle città italiane, ebbe un suo sviluppo comunale ed è proprio all’interno di questo contesto che si può collocare la costruzione del palazzo ora conosciuto come “Floris-Thorel” nella via Lamarmora, allora chiamata “Ruga Mercatorum”.
Il Palazzo iniziò ad avere un ruolo importante dal XVII sec. quando, sotto la Corona spagnola, una parte divenne sede della Procura del Re di Spagna. Furono gli stessi spagnoli, nel 1603, a finanziare la prima opera pubblica in Castello, ovvero la costruzione della piazza San Carlo, attuale Piazza Carlo Alberto, su disegno del famoso architetto Scipione Aprile nonché il restauro di tutti gli edifici pubblici limitrofi, compreso il Palazzo Floris-Thorel. La splendida scalinata monumentale ancor oggi esistente all’interno è probabilmente risalente a questa data. La caratteristica principale della struttura architettonica del Palazzo è l’esser rimasta pressoché inalterata nei secoli; infatti non fu incluso all’interno della rosa degli edifici restaurati da Gaetano Cima e vi è notizia di un solo importante intervento avvenuto nel 1892, che però non ne ha in alcun modo modificato la struttura. L’inizio del XX sec. vede la decadenza della florida attività intellettuale e burocratica svoltasi tra le mura del Palazzo. La famiglia Floris-Thorel comincia a spegnersi e nel 1904 un lontano parente, Francesco Floris Frau, acquista al prezzo di lire 31.000 la parte del Palazzo sede della Procura, che, scampata ai bombardamenti del secondo conflitto mondiale, si è conservata intatta fino ad oggi. Attualmente il palazzo è stato acquistato e restaurato nel rispetto delle linee architettoniche originarie da un imprenditore cagliaritano che, unendo tradizione e modernità, ha voluto impreziosire lo spazio con alcuni moderni elementi di design, tra cui gli splendidi lampadari dei maestri vetrai di Murano, che vanno ad enfatizzare le parti ultracentenarie della struttura. Dalla fine del mese di Maggio diventerà uno spazio espositivo polivalente.