Palazzo Segni

Il Palazzo Segni fu fatto costruire da Giuseppino Carta (padre di Donna Laura Carta Caprino, moglie di Antonio Segni) tra la fine degli anni 20 e i primi anni 30 e, successivamente, suddiviso in quattro appartamenti molto simili tra loro, per i propri figli. Il primo piano fino al 1943 fu vissuto dai genitori di Donna Laura e successivamente abitato da Antonio Segni e dalla sua famiglia; intorno agli anni 50/60 fu ampliato con due bracci simmetrici su entrambi i lati.

Oggi una parte del palazzo è ad uso privato, mentre un’altra parte ospita il Dipartimento di Storia, Scienze dell’Uomo e della Formazione dell’Università di Sassari, che conserva l’archivio di proprietà della Fondazione Antonio Segni, una raccolta di documenti riguardanti l’attività politica di governo dello stesso Presidente, oltre a memorie, relazioni e atti politici, carte personali familiari e manoscritti di libri e articoli pubblicati.

L’edificio si presenta con una planimetria a C, la cui facciata principale si estende lungo viale Umberto, i lati sono circondati dal verde, mentre nel retro si apre un cortile quadrato. Nella facciata il portone di legno intagliato è circondato da un arco a tutto sesto decorativo poggiante direttamente sui piedritti; ai lati del portale il palazzo si sviluppa simmetricamente: troviamo al piano terra sei finestre architravate, tre per lato; al piano superiore notiamo il grande equilibrio dato dalla combinazione delle finestre. Dal portone principale si accede a un ampio androne preceduto da una piccola gradinata in marmo chiaro e affiancata da due gradoni. Gli alti soffitti sono caratterizzati da volte a vela e decorati da semicapitelli e cornici di gusto ionico. Tutto l’androne è illuminato da un’ampia vetrata colorata ornamentale che mette in evidenza la pavimentazione realizzata con grandi lastre dello stesso marmo utilizzato per la gradinata dell’ingresso. Uno scalone a pozzo in marmo porta al livello superiore, la cui ringhiera in ferro e legno si apre con un lampione come caposcala.