Parrocchia di San Luca

La parrocchia di San Luca nacque contestualmente all’aumento della popolazione nella località del Margine Rosso di Quartu Sant’Elena. Il Fortino, prima sede della comunità parrocchiale, si rivelò infatti ormai insufficiente per accogliere i sempre più numerosi parrocchiani. Finalmente il 30 luglio 1986 il Consiglio Comunale, sotto la presidenza del sindaco Gianni Corrias, deliberò all’unanimità di destinare un’area di mq 7781 alla realizzazione della nuova Chiesa. La posa della prima pietra avvenne alla presenza di mons. Ottorino Pietro Alberti il 10 dicembre 1989. Sarà lo stesso mons. Alberti a presiedere la suggestiva celebrazione della dedicazione della chiesa il 9 giugno 2001. 
Il moderno edificio, progettato dall’ingegnere Antonio Tramontin, si affaccia su un piazzale di sampietrini, nel quale trova posto la statua della Vergine Maria, precedentemente conservata presso la chiesa di Su Forti. L’edificio si articola infatti perlopiù su tre lati, in quanto il quarto è addossato ai locali parrocchiali. La parrocchia è preceduta da una breve scalinata: l’accesso principale è consentito da due portali lignei situati su due lati della chiesa. L’interno, preceduto da una bussola in vetro e da un portico di sei colonne con funzione di nartece, presenta una caratteristica pianta a ventaglio, che focalizza l’attenzione sull’area presbiteriale. Le linee strutturali di tutto l’edificio convergono verso l’area presbiteriale con una concezione dello spazio a semi cavea, il cui ruolo importante è dato alla luce che penetra grazie ai vetri della struttura a cupola, che presenta una base ottagonale.
La parrocchia è progettata con un linguaggio catechetico: la base ottagonale della struttura a cupola rappresenta infatti la domenica, l’ottavo giorno secondo la tradizione cristiana, mentre le sei colonne che reggono il nartece rappresentano invece i giorni della settimana che vanno dal lunedì al sabato. I fedeli, lasciandosi alle spalle i sei giorni della settimana, dirigono così tutta la loro attenzione verso il giorno della domenica, Pasqua della Settimana, nel quale avviene la celebrazione eucaristica. Si noti poi come, nel pavimento, delle linee spigolose partano dal presbiterio e lo uniscano alle sei colonne, passando tra le bancate: anche questa è una raffigurazione simbolica, che trova la sua interpretazione nel salmo 46: “Un fiume e i suoi canali rallegrano la città di Dio, la più santa delle dimore dell’Altissimo”. Questi fiumi rappresentano la grazia divina, che dall’ottavo giorno, la domenica, va a bagnare e ravvivare i sei giorni feriali della settimana.
La parrocchia inoltre, sia nelle sue pareti sia in alcuni monumenti ospitati al suo interno, riporta la struttura esagonale dell’alveare. Esso sta a significare l’operosità della Chiesa, la vigilanza cristiana e lo zelo nell’acquisire la virtù. Oltre a questa struttura, ricorre il tema della spiga e della vite.
I numerosi arredi liturgici presenti all’interno dell’edificio parrocchiale sono da attribuire a due artisti sardi: Pietro Longu e Paolo Soro. A Pietro Longu, artista di Bortigali (NU), sono riconducibili la maggior parte degli arredi sacri della parrocchia: l’altare, l’ambone, la sede, le credenze del presbiterio, il crocifisso del presbiterio, la Via Crucis, le panche del coro e del tabernacolo, le colonnine del tabernacolo e la porta del tabernacolo sono state realizzate da lui attraverso l’utilizzo di numerosi materiali, quali il legno di tiglio, il marmo di Orosei il bronzo e la pasta ceramica refrattaria. Paolo Soro, artista di Sestu, ha invece realizzato il tabernacolo e il fonte battesimale. Ciascuna di queste opere scultoree è costituita da preziosi e importanti rimandi simbolici e iconografici, sia tradizionali sia inerenti il territorio del Margine Rosso.
Sono inoltre presenti i simulacri, donati da alcuni parrocchiani, della Vergine Maria e di San Luca. Quest’ultimo in particolare è coinvolto nei riti della festa patronale, che tradizionalmente include lo sbarco del simulacro nella spiaggia del Margine Rosso, la Santa Messa e la processione fino alla chiesa parrocchiale.

Descrizione a cura di Antonio Perra