Parrocchiale di San Vito Martire

La Parrocchiale di San Vito Martire risale alla seconda metà del XVI secolo, come suggerito dallo stile tardo-gotico sardo che la caratterizzano. È stata restaurata tra il 2003 e il 2005. La facciata, d’inizio Seicento, si presenta a paramento liscio ed è conclusa da coronamento curvilineo con doppia inflessione e volute laterali, con al centro una croce in pietra. Il portale, semplice e lineare, è sovrastato da una nicchia centrale che ospita la statua in pietra del Martire. In alto, una finestra rettangolare probabilmente sostituisce un antico rosone. La torre campanaria, eretta tra il 1718 e il 1720, è a canna quadrata con coronamento merlato, da cui parte un tamburo ottagonale sovrastato dalla cupola. Essa risulta essere l’intervento costruttivo più tardo. L’interno era costituito in origine dalla sola navata, divisa in tre campate da due archi ogivali, dalla quale furono poi sviluppate le cappelle. Un arco acuto poggiante su falsi capitelli tardo gotici introduce alla cappella d’altare, su un piano rialzato. Il presbiterio quadrato è coperto con volta stellare gotica con cinque gemme pendule. All’ingresso della chiesa sulla destra si trova il fonte battesimale, datato epigraficamente al 1705. L’altare marmoreo, datato 1711 come si evince dall’epigrafe, è decorato con disegni e motivi ornamentali. Al centro della lastra è presente in marmo bianco la barca di San Vito e sopra di essa sono presenti due livelli anch’essi decorati in maniera analoga. Nella nicchia del retablo si trova la statua di San Vito, patrono di Villagreca, festeggiato a giugno insieme a Sant’Isidoro, protettore degli agricoltori. Realizzata in legno intagliato e policromo, ci presenta il santo che regge con la mano destra la croce e con la sinistra la palma del martirio. Gli arredi liturgici del tempio sono antichi e di grande pregio: i candelieri seicenteschi di legno dorato; il crocifisso doloroso di fine XVI e inizio XVII secolo; la lettiga dell’Assunta del XIX secolo; un’acquasantiera da San Costantino; il simulacro settecentesco di San Raffaele con Tobiolo; le secentesche statue lignee di Sant’Elena e Santa Barbara. Interessanti sono anche gli arredi contemporanei come le formelle della Via Crucis opera del ceramista Claudio Pulli.

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