Torre di San Pancrazio

La torre pisana di San Pancrazio venne progettata dall’architetto Giovanni Capula agli inizi del XIV secolo, a difesa dell’ingresso settentrionale del Castello. Costruita in pietra calcarea nel punto più alto della collina, dalla sua sommità, ad oltre 130 metri sul livello del mare, era possibile controllare il territorio circostante la città. Nel 1328 il lato aperto venne tamponato dagli Aragonesi per trasformare l’edificio in parte in abitazioni per i funzionari, e in parte in magazzino. Dal 1600, con l’apertura del passaggio nell’attiguo Palazzo delle Seziate, la torre perse la funzione d’ingresso alla città, e venne adibita a carcere sino alla fine dell’800. Agli inizi del XX secolo venne restaurata e riportata alle condizioni originarie, con la riapertura del lato rivolto a Piazza Indipendenza, ed il ripristino dei ballatoi in legno. Un recente restauro ne ha rinforzato le strutture e riscoperto parte dell’apparato difensivo. Insieme alla gemella Torre dell’Elefante, è una delle poche costruzioni medioevali di Cagliari che si sono conservate pressoché intatte. Sono da evidenziare varie soluzioni difensive, come le diverse feritoie che si affacciano a varie altezze, le tracce dei numerosi sbarramenti della sottostante porta, comprendenti due saracinesche e tre portali, e infine, sulla sommità, il coronamento di mensole da cui si potevano bombardare eventuali attaccanti. La torre era circondata da una muraglia detta “barbacane”, oltre la quale c’era un fossato. A varie quote nel lato Nord sono murati stemmi pisani, mentre sull’arcata della porta, dal lato opposto, c’è una iscrizione latina che ricorda i castellani pisani di Cagliari all’epoca della sua costruzione, l’impresario che eseguì i lavori e l’architetto progettista Giovanni Capula.

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