Anno Europeo del Patrimonio Culturale 2018. Parola d’ordine: PARTECIPAZIONE

[fusion_builder_container hundred_percent=”yes” overflow=”visible”][fusion_builder_row][fusion_builder_column type=”2_3″ last=”no” spacing=”yes” center_content=”no” hide_on_mobile=”no” background_color=”” background_image=”” background_repeat=”no-repeat” background_position=”left top” hover_type=”none” link=”” border_position=”all” border_size=”0px” border_color=”” border_style=”” padding=”” margin_top=”” margin_bottom=”” animation_type=”” animation_direction=”” animation_speed=”0.1″ animation_offset=”” class=”” id=””][fusion_text]La Dottoressa Erminia Sciacchitano, Chief Scientific Advisor per l’anno europeo del patrimonio culturale, DG Educazione e Cultura, Commissione Europea, dopo aver partecipato al convegno internazionale “Patrimonio culturale: comunità di storie” organizzato da Imago Mundi il 25 novembre al Centro comunale d’arte Il Ghetto, ha ribadito le intenzioni della Commissione europea:

La parola d’ordine dell’Anno è partecipazione – scrive la Dott.ssa Sciacchitano – raggiungere un pubblico più ampio possibile, in particolare i bambini e i giovani, le comunità locali e coloro che raramente entrano in contatto con la cultura e il patrimonio, al fine di rinnovare il comune senso di responsabilità. E perché il patrimonio culturale è un bene comune e un catalizzatore di intelligenza collettiva: non si può non lavorarvi con approcci partecipativi ed aperti.

La Commissione europea si pone, inoltre, un altro obbiettivo da capire e da chiarire:

come proseguirà l’approccio partecipativo che verrà testato con l’Anno Europeo, oltre il 2018. E come superare la stagione degli “impatti”, per passare a promuovere contaminazioni creative, frutto di consapevoli scelte di politica economica e culturale, per generare benefici economici e sociali programmati e desiderati e promuovere l’innovazione nel rispetto dei valori creati dalle collettività nel tempo, generando valore aggiunto per la qualità della vita e la società in Europa.
Che la danza europea abbia inizio, e che duri a lungo.

 

Leggi tutto l’articolo da Il Giornale delle Fondazioni[/fusion_text][/fusion_builder_column][fusion_builder_column type=”1_3″ last=”yes” spacing=”yes” center_content=”no” hide_on_mobile=”no” background_color=”” background_image=”” background_repeat=”no-repeat” background_position=”left top” hover_type=”none” link=”” border_position=”all” border_size=”0px” border_color=”” border_style=”” padding=”” margin_top=”” margin_bottom=”” animation_type=”” animation_direction=”” animation_speed=”0.1″ animation_offset=”” class=”” id=””][fusion_imageframe lightbox=”no” gallery_id=”” lightbox_image=”” style_type=”none” hover_type=”none” bordercolor=”” bordersize=”0px” borderradius=”0″ stylecolor=”” align=”none” link=”” linktarget=”_self” animation_type=”0″ animation_direction=”down” animation_speed=”0.1″ animation_offset=”” hide_on_mobile=”no” class=”” id=””] [/fusion_imageframe][/fusion_builder_column][/fusion_builder_row][/fusion_builder_container]