[fusion_builder_container hundred_percent=”yes” overflow=”visible”][fusion_builder_row][fusion_builder_column type=”2_3″ last=”no” spacing=”yes” center_content=”no” hide_on_mobile=”no” background_color=”” background_image=”” background_repeat=”no-repeat” background_position=”left top” hover_type=”none” link=”” border_position=”all” border_size=”0px” border_color=”” border_style=”” padding=”” margin_top=”” margin_bottom=”” animation_type=”” animation_direction=”” animation_speed=”0.1″ animation_offset=”” class=”” id=””][fusion_text]Anche Imago Mundi con Monumenti Aperti, e allo stesso modo tante altre piccole realtà private come la cooperativa giovanile La Paranza del Rione Sanità, che ha portato avanti un’appassionata ed efficace opera di promozione culturale e sociale di un importante complesso archeologico, le Catacombe di Napoli, sono un esempio di innovativa gestione “dal basso”del patrimonio artistico culturale italiano.
Lo Stato e le varie istituzioni pubbliche, abbandonando definitivamente la tradizionale concezione “proprietaria” del patrimonio, dovrebbero favorire tali straordinarie energie e le vitali creatività presenti nei vari territori, sostenendo la nascita e il consolidamento di mille iniziative diverse, indirizzandole, coordinandole, monitorandole. Questo dovrebbe essere uno dei compiti dei Poli museali regionali del MiBAC. Non si tratta, infatti, di chiedere un passo indietro da parte delle istituzioni pubbliche, ma, al contrario, uno in avanti, in un’ottica di vero servizio pubblico: si recupererebbero, così, e si curerebbero pezzi di patrimonio culturale restituito a nuova vita; si garantirebbe la pubblica fruizione; si svolgerebbero servizi per le comunità locali; si costruirebbero luoghi di produzione culturale. Così scrive Giuliano Volpe, archeologo, presidente emerito del Consiglio superiore Beni culturali e paesaggistici del MiBAC
In occasione di TourismA, il salone dell’archeologia e del turismo Culturale, il 23 febbraio 2019 a Firenze si intende organizzare gli “Stati Generali della gestione del patrimonio culturale dal basso”:
Sarà una prima occasione per dare voce alle tante realtà sommerse, operanti nel campo del patrimonio culturale: un ambito nel quale serve, più che altrove, coraggio, creatività, e voglia di sperimentare soluzioni nuove. Conclude così Giuliano Volpe.
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