Generazione Bellezza, il nuovo programma RAI dedicato al patrimonio culturale nostrano

[fusion_builder_container hundred_percent=”yes” overflow=”visible”][fusion_builder_row][fusion_builder_column type=”3_5″ last=”no” spacing=”yes” center_content=”no” hide_on_mobile=”no” background_color=”” background_image=”” background_repeat=”no-repeat” background_position=”left top” hover_type=”none” link=”” border_position=”all” border_size=”0px” border_color=”” border_style=”” padding=”” margin_top=”” margin_bottom=”” animation_type=”” animation_direction=”” animation_speed=”0.1″ animation_offset=”” class=”” id=””][fusion_text]Il nostro bel Paese non riesce ad avvalersi pienamente delle incredibili risorse che possiede e a impiegarle nel migliore dei modi. A tal proposito è stato intervistato Emilio Casalini, giornalista, autore del libro Rifondata sulla bellezza e conduttore televisivo che inaugura il 2020 con la sua nuova trasmissione, Generazione Bellezza, in onda dal 6 al 10 gennaio 2020 in prima serata su RAI 3.
Il giornalista è stato ospite dell’ultimo convegno organizzato da Imago Mundi il 30 novembre 2019 a Cagliari, “Comunità che innovano: trasformazioni intorno ai beni comuni“, in cui è intervenuto affrontando l’economia della bellezza tra sviluppo, cura e identità.

Non valorizzare la bellezza è tradire la democrazia. Siamo tutti coinvolti, ognuno con il suo ruolo, nel fare o meno la nostra parte per rendere davvero accessibile, fruibile e vivo il nostro immenso patrimonio. 

Per valorizzare davvero il patrimonio artistico-culturale italiano bisogna smettere di avere paura e dare fiducia alle nuove generazioni. Sono questi i consigli di Emilio Casalini:

Negli ultimi tre anni ho incontrato circa ventimila studenti, girando le scuole di tutta Italia, che mi chiedevano: “Ma noi che possiamo fare?”. Da lì è nato il progetto Cantieri di Narrazione Identitaria, che semplicemente crea uno stimolo e uno spazio per progetti e azioni. L’amministrazione comunale chiede ai suoi futuri cittadini quale elemento dell’identità vorrebbero valorizzare (contenuti) e come farlo (strumenti). I ragazzi scelgono in totale libertà, i progetti competono tra di loro e i migliori vengono offerti ad amministrazioni pubbliche lungimiranti.

[/fusion_text][/fusion_builder_column][fusion_builder_column type=”2_5″ last=”yes” spacing=”yes” center_content=”no” hide_on_mobile=”no” background_color=”” background_image=”” background_repeat=”no-repeat” background_position=”left top” hover_type=”none” link=”” border_position=”all” border_size=”0px” border_color=”” border_style=”” padding=”” margin_top=”” margin_bottom=”” animation_type=”” animation_direction=”” animation_speed=”0.1″ animation_offset=”” class=”” id=””][fusion_imageframe lightbox=”no” gallery_id=”” lightbox_image=”” style_type=”none” hover_type=”none” bordercolor=”” bordersize=”0px” borderradius=”0″ stylecolor=”” align=”none” link=”” linktarget=”_self” animation_type=”0″ animation_direction=”down” animation_speed=”0.1″ animation_offset=”” hide_on_mobile=”no” class=”” id=””] [/fusion_imageframe][fusion_separator style_type=”none” top_margin=”20px” bottom_margin=”20px” sep_color=”” border_size=”” icon=”” icon_circle=”” icon_circle_color=”” width=”” alignment=”center” class=”” id=””/][fusion_text]LEGGI L’INTERVISTA SU ARTRIBUNE di Massimiliano Zane

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