[fusion_builder_container hundred_percent=”yes” overflow=”visible”][fusion_builder_row][fusion_builder_column type=”2_3″ last=”no” spacing=”yes” center_content=”no” hide_on_mobile=”no” background_color=”” background_image=”” background_repeat=”no-repeat” background_position=”left top” hover_type=”none” link=”” border_position=”all” border_size=”0px” border_color=”” border_style=”” padding=”” margin_top=”” margin_bottom=”” animation_type=”” animation_direction=”” animation_speed=”0.1″ animation_offset=”” class=”” id=””][fusion_text]Giuliano Volpe, in occasione dell’inaugurazione del Viaggio nell’Italia Virtuosa, ha parlato del caso della Cooperativa Pulcherrima Res di Palermo e del monastero di Clausura di Santa Caterina di Alessandria.
Volpe ha raccontato la storia del grande e importante monastero di clausura di Santa Caterina di Alessandria, secoli fa popolato da oltre cinquecento suore, che nel 2014 si erano ridotte a tre.
Dopo il loro trasferimento, il monastero e la splendida chiesa barocca, di proprietà del FEC (Fondo edifici di culto) e gestito dall’ufficio dei beni culturali dell’Arcidiocesi di Palermo, erano rimasti chiusi e praticamente inaccessibili, finché nel 2017 grazie all’iniziativa lungimirante di padre Giuseppe Bucaro, in collaborazione con la Soprintendenza, il complesso è stato affidato alla gestione della cooperativa Pulcherrima Res.
I ragazzi della cooperativa non solo organizzano visite guidate a questo straordinario complesso monastico urbano, accompagnando i cittadini e i turisti nelle celle, nelle cucine, nelle dispense e lungo i percorsi un tempo accessibili solo alle suore di clausura, ma, grazie alla riscoperta delle antiche ricette segrete dei dolci prodotti dalle suore, hanno dato vita alla pasticceria “I segreti del chiostro”, nella quale realizzano dolci di grande qualità (anche estetica), con i cui proventi riescono a gestire anche una mensa per le persone in difficoltà.
Tutela e cura del patrimonio culturale si sposano così con la rivitalizzazione di una porzione del centro storico, con la creazione di occupazione, con il turismo culturale e anche con l’impegno sociale. Un circolo virtuoso, comune a tante altre esperienze, che attribuisce un valore aggiunto a queste forme di gestione.
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