Dopo il successo di “Monumenti aperti del 2023” quantificabile e qualificabile con le tantissime presenze e l’ampia partecipazione dei giovani e piccoli ciceroni Arburesi, il territorio si ripropone ai tanti curiosi e desiderosi di bellezza e cultura, ed anche per il 2024 i piccoli, i giovani ed i meno giovani presenti all'appello per accompagnarli. La manifestazione, godrà quest'anno dell'entusiasmo maturato nella passata edizione, permettendo ancora una volta la riscoperta di luoghi affascinanti, talvolta poco conosciuti ai più, ma dall’importante valore storico, umano, culturale e artistico; opere di vita vissuta dal grande richiamo alla storia di una comunità agricola, divenuta poi mineraria ed infine quella che potrete riscoprire con i Vostri occhi. Un viaggio che ha dell'incredibile, richiamo di un tempo passato, tra le opere ancora intonse e le rovine ormai segnate dallo scorrere inesorabile del tempo, incastonate nelle meraviglie paesaggistiche che le contornano ergendosi a sfondo. La descrizione è presto fatta, Arbus, un piccolo paese la cui estensione territoriale spazia tra svariati ambienti naturali e altrettanti scenari urbani e storici, un paese minerario che ha vissuto la sua massima espansione sociale ed economica, ed oggi si ripropone quale centro per lo studio, il restauro, il riuso e la riconversione del patrimonio minerario quale attrattiva turistica. Dal prossimo maggio il percorso avrà inizio dai luoghi di culto, la chiesa madre dedicata a “San Sebastiano Martire” e risalente al XVI sec. Una struttura modesta e dalle linee architettoniche sobrie e contenute, affiancata nella piazza intitolata alla Vergine Maria Immacolata, al Montegranatico, il banco che rappresentava l’unica vera moneta di scambio dell’epoca, una derrata alimentare tra le più preziose nel mondo agricolo, “il grano”. Si prosegue poi nella chiesa dedicata alla Madonna del Rosario in Belvedere, sobria e modesta, dal recente restauro, che ospiterà l'allestimento del cocchio storico che accompagnerà la Madonna d’Itra nel suo cammino verso il Santuario in agro di Arbus. Non poteva mancare in rappresentanza e richiamo della cultura arburese “Il Museo del Coltello”, recupero di una vecchia casa padronale che si erge tra le vie del centro storico, oggi adibita ad esposizione delle numerose opere artigianali realizzate dal coltellinaio Paolo Pusceddu nel laboratorio che vanta tradizione familiare secolare. Di li a poco si scorge “Il Museo Etnografico di Antonio Corda” che accoglie importanti e preziosi reperti della civiltà contadina, ciò che accompagnava la fatica nella sua quotidianità. Come tutti i borghi che nell’agro si estendono, non potevano mancare le chiese campestri ai cui Santi ci si votava in maniera propiziatoria: ne è esempio la chiesa della Madonna d’Itria, prossima ormai al suo restauro, anch’essa del XVI sec. Arbus non è solo luogo di recenti costruzioni, è una terra che vanta ritrovamenti di civiltà che spaziano fin all’età prenuragica, ne è testimonianza il “Nuraghe Cugui” struttura nuragica dallo sviluppo planimetrico ellittico con grandi torri (3400-2850 a.C.), per arrivare fino ai mulini idraulici ritrovati nella loc. Is Mulinus per l’appunto, luogo di macinazione del grano alimentato dalla forza dei torrenti. Il nostro viaggio prosegue alla riscoperta del borgo minerario di Montevecchio con i suoi palazzi signorili, si parte dalla “Foresteria”, in cui possiamo trovare i Diorami, rappresentativi delle scene di lavoro minerario, per proseguire lungo il percorso estrattivo che raggiunge la Frazione di Ingurtosu, con il “Palazzo della Direzione” del XVIII sec. progettato dall’Ing. J.G. Bornemann, in richiamo alla tradizione costruttiva dei castelli Nord-Europei; diametralmente opposti ed in quota minore, in richiamo alla scala gerarchica dell’epoca, trovano spazio le case e le palazzine operaie, i luoghi sociali fino ai pozzi di estrazione come il ben noto “Pozzo Gal” di proprietà della società Pertusola e gestione della Famiglia Brassey. Proseguendo oltre, lungo la vallata incontriamo i ruderi di ciò che un tempo rappresentava la Laveria in località Naracauli, la cui spettacolarità oggi il tempo richiama. A coronamento delle giornate dal forte sapore culturale, storico, e perché no, ambientale, potremo immergerci nei riti e festeggiamenti religiosi in onore della Madonna d'Itria. Un vero momento di orgoglio per la nostra comunità, la cui partecipazione attiva in termini di ciceroni e auditori, coscienti del proprio patrimonio, e forti della propria tradizione, ne aumenta il valore intrinseco, diventando un momento formativo per i primi e di acquisizione di ulteriore conoscenza della propria storia per i più. A tutte le associazioni coinvolte, ai loro soci, a tutti i partecipanti e a tutti Voi che sceglierete Arbus e i suoi gioielli, i nostri ringraziamenti ed il più caro Benvenuto. Il Sindaco Ing. Paolo Salis