Mantova

La città di Mantova ebbe origine in età etrusca: i resti archeologici attestano la presenza di un centro abitato “lagunare” all’interno del corso meandriforme del Mincio. La leggenda – ricordata da Virgilio nell’Eneide – assegna la fondazione della città a Bianore/Ocno, figlio dell’indovina Manto (da cui il nome latino Mantua) e del dio Tevere. Secondo un’altra teoria, Mantova trae invece l’origine del suo nome da Manth, dio etrusco signore dei morti.

In epoca romana, Mantua presentava un abitato ortogonale arricchito da domus lussuose e cinto da mura. Caduto l’Impero Romano, Mantova fu teatro a più riprese delle invasioni barbariche (Goti, Bizantini, Longobardi e Franchi). Intorno all’anno Mille, entrò a far parte per lungo tempo dei possedimenti dei Canossa. Bonifacio III la eleva a capitale: quando viene assassinato, gli succede la figlia nata a Mantova nel 1046, la contessa Matilde, abile mediatrice nella lotta tra l’Impero e la Chiesa. Nel 1115, anno di morte della Contessa, la città si costituisce in libero Comune.

Nel 1187, Alberto Pitentino, insigne ingegnere idraulico, progetta una colossale regimentazione del Mincio attraverso dighe e argini. Nel 1273 è la famiglia dei Bonacolsi a governare la città fino all’arrivo dei Corradi di Gonzaga (1328). Questi diedero il via a una delle Signorie più celebri nel Rinascimento italiano, invitando presso la loro corte gli artisti più importanti del momento (Mantegna, Giulio Romano, Alberti, etc).

Nel 1627 il ducato passa ai Gonzaga-Nevers francesi; qualche anno dopo Mantova viene saccheggiata dai Lanzichenecchi, che diffondono la peste. Dopo anni di politica inadeguata, il Ducato decade nel 1707 alla morte di Ferdinando Carlo, l’ultimo erede, e passa alla casa d’Austria, venendo unito nel 1745 alla Stato di Milano.

Nel 1815 gli austriaci riprendono il possesso di Mantova. Da questa dominazione nacquero i moti liberali, generalizzati a tutta l’Italia settentrionale, che sfociarono nel Risorgimento. Da allora la storia di Mantova si riallaccia a quella d’Italia.

La città stessa rimane testimone di questa lunga storia, e i suoi monumenti ne sono i protagonisti: la romanica Rotonda di S. Lorenzo racconta dei Canossa, mentre i palazzi attorno a piazza Sordello e a Piazza delle Erbe sono emblema del passaggio dall’epoca comunale a quella dei Gonzaga: il Palazzo Ducale, una città-palazzo che conserva celeberrimi capolavori (La Camera degli Sposi del Mantegna, all’interno del Castello di San Giorgio), il Duomo, Palazzo della Ragione (XIII sec) e Palazzo del Podestà (XII), monumentali simboli della città comunale. Sempre di epoca gonzaghesca sono la Chiesa di S. Andrea, il Tempio e il Palazzo di San Sebastiano, la casa del Mantegna, fino ad arrivare allo splendido Palazzo Te, villa “di svago” dei Gonzaga.

Il parco periurbano – polmone verde con piste ciclabili e percorsi di natura – oggi abbraccia la città, che pare galleggiare sui laghi, tra le Valli del Mincio e la riserva naturale della Vallazza, ancorata alla terraferma dal ponte di San Giorgio.

Mantova è Bene Patrimonio Mondiale UNESCO, unita alla città di Sabbioneta.

Fonte: Mantova | Parco del Mincio

2025

XXIX Edizione

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18 Ottobre 2025 - 19 Ottobre 2025
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Saluti dell'Amministrazione Comunale

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