Siracusa

La storia di Siracusa è la storia di una delle più importanti città della grecità d’Occidente, fondata nell’VIII secolo a.C. dai coloni Corinzi, ma con importanti testimonianze delle culture indigene e dei contatti precoloniali.

La città ebbe uno sviluppo rapidissimo tanto che, nel giro di pochissimi anni, al primitivo nucleo costituito dall’isola di Ortigia, si affiancarono, sulla terraferma, altre quattro città (Acradina, Tiche, Neapolis ed Epipoli), e Siracusa divenne la “Pentapoli” per antonomasia.

Grazie all’attività di straordinari condottieri come Gelone, Ierone, Dionigi (V secolo a.C.), la città divenne ricca e potente; attrasse a sé i più grandi poeti e filosofi e costruì il monumento che più di tutti rappresenta la potenza di Siracusa: il teatro.

Negli equilibri geopolitici del Mediterraneo antico, Siracusa fu sempre impegnata ad arginare qualunque tentativo di espansione punica in Sicilia. Memorabile fu la vittoria di Gelone del 480 a.C., quando sconfisse le truppe cartaginesi nei pressi del fiume Imera (oggi Termini Imerese).

Siracusa ha dovuto difendere la propria indipendenza non solo dai nemici orientali ma anche da quelli Occidentali. La seconda fase della guerra del Peloponneso, combattuta tra Sparta e Atene, si spostò dalla Grecia continentale alle colonie d’Occidente. Fu così che Siracusa venne assediata dalla flotta ateniese; ma grazie allo stratagemma di chiudere l’imboccatura del porto con una catenaria, la flotta assediante si trovò assediata. Atene fu sconfitta per mare a Siracusa e in prossimità del fiume Assinaro dalle truppe terrestri (413 a.C.).

Morto Ierone II (215 a.C.), gli successe il nipote Geronimo che, incapace di reggere le sorti della città, preferì allearsi con Cartagine. La pentapoli fu cinta d’assedio dalle truppe di Roma, e nel 213 a.C. capitolò. Dopo la conquista romana cominciò una lenta decadenza arrestata nel I secolo a.C. con la deduzione a colonia della città; nel quadro di un’ulteriore monumentalizzazione della Neapolis, si costruirono l’Anfiteatro e un arco monumentale.

Il cristianesimo conobbe a Siracusa un rapido sviluppo: l’ampiezza delle catacombe, seconde solo a quelle di Roma, è una prova inconfutabile della numerosa comunità cristiana.

Lo sgretolarsi dell’impero di Roma fu la causa delle invasioni visigote e vandale che imperversarono in Sicilia e a Siracusa dal IV agli inizi del VI secolo, fino a quando nel 535 l’isola e la città vennero riannesse ai domini di Bisanzio grazie alle azioni militari dell’imperatore Giustiniano.

L’espansione dell’islamismo interessò le coste della Sicilia, e Siracusa fu spesso vittima degli attacchi dei musulmani; quando questi intrapresero la conquista sistematica dell’isola, dopo ripetute incursioni e un terribile assedio, la città capitolò il 21 maggio 878. Con la conquista araba della Sicilia, il centro politico dell’isola si spostò definitivamente da Siracusa a Palermo.

Nel 1038 il generale bizantino Giorgio Maniace riuscì a penetrare in città. Riconquistata dagli arabi, la città rimase in mano musulmana fino al 1086, quando fu invasa delle truppe normanne. Dopo la definitiva conquista della Sicilia, i Normanni mantennero Palermo come capitale, e Siracusa svolse un ruolo del tutto secondario.

Con l’avvento della Corona d’Aragona, dalla fine del 1200 diverse città della Sicilia vennero date come “dote” alla regina; Siracusa ne era la capitale: un feudo – una sorta di «Stato dentro lo Stato» – che ella amministrava attraverso propri Governatori. Questo portò grande floridezza economica alla città e ad un’amplissima contaminazione culturale attestata dalla superstite architettura. La Camera reginale durò fino al 1536 quando l’imperatore Carlo V non rinnovò più il donativo, estinguendo di fatto l’istituto della Camera.

Da quel momento la città venne chiusa da una poderosa cinta di mura e di fortificazioni in difesa dai turchi. Siracusa fu governata dall’autorità militare. Per la città fu la fine di buona parte delle attività economiche; è anche una storia punteggiata da pestilenze, carestie e da due terribili terremoti: quello del 1542 e quello del 1693.

Nel 1735, passata la corona della Sicilia alla dinastia Borbone di Napoli, la città ed il Regno attraversarono un periodo di moderate riforme, bruscamente arrestate con l’avvento di Napoleone.

Dall’Unità d’Italia e per tutto il Novecento, Siracusa è tornata ad espandersi sulla terraferma. Il Rettifilo (Corso Umberto) e la Borgata, edificati tra la fine dell’Otto e gli inizi del Novecento, offrono interessanti soluzioni di architettura liberty e umbertina.

Dagli anni Cinquanta del secolo scorso sono state avviate importanti iniziative per il recupero dei monumenti principa­li, con particolare riguardo a quelli racchiusi nel parco archeologico della Neapolis, mentre il patrimonio monumentale e storico-artistico di Ortigia gode di una speciale attenzione culminata nel riconoscimento UNESCO del 2005.

Fonte: Siracusa – Comune di Siracusa

2025

XXIX Edizione

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