Situato al centro della città di Porto Torres, con ingresso da via Libio e da via Sassari, si apre uno dei rifugi antiaerei meglio conservati della città. Durante la metà della Seconda Guerra Mondiale, intorno al 1942, lo Stato Italiano, temendo uno sbarco alleato, rinforzò la Sardegna con numerose postazioni militari, collocate soprattutto lungo la costa. Porto Torres, grazie ad uno dei porti più grandi della Sardegna del nord, risultava essere un obbiettivo sensibile. Fu così che il genio militare predispose un arco di contenimento costituito da gruppi fortificati di difesa e una serie di postazioni di osservazione costiera. Furono costruiti, inoltre, alcuni rifugi antiaerei per la protezione dei civili nei punti più popolati della città, come il mercato e le scuole. Questi erano costruiti da un grosso corridoio centrale con diverse diramazioni che conducevano ad alloggi sotterranei, infermerie e depositi di coperte e viveri in caso di bombardamenti prolungati. Durante i primi anni della guerra i rifugi venivano utilizzati abbastanza di rado fino a quando, nel maggio 1943, ad opera dell’aviazione inglese, la città fu scossa dal più grosso bombardamento della sua storia, conosciuto come “bombardamento del giorno delle Palme”, che provocò la distruzione di tre grosse navi merci ormeggiate nel porto. Queste furono completamente affondate anche con l’aiuto di un sottomarino cui seguì la distruzione di alcuni edifici nelle zone centrali della città. In quell’occasione si accorse dell’importanza dei rifugi per la protezione dei civili anche al seguito della carenza di un’adeguata contraerea. Il rifugio di via Libio/via Sassari è dotato di più ingressi per permettere alla popolazione di accedere con facilità da diversi punti e risulta quasi completamente rivestito da mattoni di calcare bianco. L’edificio è costituito da un corridoio di circa tre metri di larghezza con volta ad arco, una semicurva e due sale ad uso probabilmente medico e di dispensa. Il rifugio è stato recentemente restaurato.